LETTERA APPELLO:E dopo il grande gelo?

Riteniamo opportuno rivolgere alla nostra città – come è nello spirito di “Rompere il silenzio” fin dall’inizio – e alle Istituzioni alcuni interrogativi.

Prima del grande gelo, ci siamo interrogati su come la nostra comunità lo avrebbe affrontato, mettendoci dalla parte di chi, per varie ragioni, non ha un tetto. La scelta delle tende, da noi criticata, ha comunque offerto un riparo, anche se le criticità denunciate dagli ospiti, non meno che dagli ospitanti, sono state la conferma che, in futuro, le scelte dovranno essere altre.

L’apertura della stazione ha consentito di evitare danni peggiori, ma non ha risolto per tutti il problema di un luogo caldo. Ci risulta che molti, troppi, hanno passato la notte in luoghi di fortuna, e questo non va bene. Ravenna è stata, nella storia, una delle capitali del cooperativismo e della solidarietà.

Ora ci chiediamo. Dopo le tende, dopo la stazione? Quale altra soluzione? Abbiamo maturato una convinzione. Le pubbliche istituzioni hanno la responsabilità della “regia” di un’opera che non può che essere dell’intera collettività, nell’offrire una risposta complessiva di accoglienza, tesa a soddisfare innanzitutto alcuni bisogni elementari della persona (dormire, lavarsi, mangiare), per restituirle dignità e gettare le basi per un percorso di reciproca conoscenza, sulla cui base, nel tempo, si possono anche strutturare progetti di inserimento sociale e lavorativo.

Come primo passo in questa direzione, chiediamo una proroga affinché le tende restino in funzione e la stazione resti disponibile, per non costringere nessuno a dormire all’addiaccio in condizioni di estrema insicurezza. Ciò può costituire un grave danno sia in termini sanitari, per la  persona stessa,  che nei termini di “omissione di soccorso” da parte di chi deve tutelare la salute delle persone in questa città.

Ravenna è una città ad alta civiltà, con livelli di vita e pubblici servizi non lontani dai migliori standard europei. La nostra comunità si trova di fronte a un nuovo banco di prova, in uno scenario mondiale e mediterraneo attraversato da radicali novità che avranno esiti di lungo periodo. Come la comunità ravennate affronterà tutto questo ci dirà molto su “chi noi siamo”.

 “Rompere il silenzio”

Ravenna, 21 febbraio 2012

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