Le nostre terre. I nostri mari. Di chi sono?

A proposito di trivellazioni, di domande, di risposte.

Sentiamo una precisa responsabilità nel pensare una risposta a questi quesiti, suggeriti dalla lettura della lettera di numerosi docenti dell’università di Bologna al Presidente del Consiglio, a ministri, al Presidente della Regione Emilia Romagna, al Sindaco di Ravenna.
Una lettera del 29 maggio scorso. Eravamo nel pieno svolgimento di un progetto di studio e approfondimento avviato dalle nostre associazioni e comitati, dal titolo generale “Sblocca Italia o Rottama Italia?”. Due giorni prima avevamo ascoltato, in un dialogo civile e di reciproco rispetto, l’assessore Enrico Liverani e l’ingegner Mentino Preti, a proposito di “Territorio, energia, trivellazioni”. Questo era il tema dell’incontro. Preti portò dati scientifici verificati che lo stesso Liverani ritenne incontestabili.
La lettera dei docenti universitari ci ha dato un ulteriore sguardo. Fa infatti riferimento alla strategia indicata dall’Unione Europea – sappiamo distinguere l’Europa che non ci piace, da quella che è invece in sintonia con la nostra Carta Costituzionale – , che indica l’obiettivo dell’80% di energie rinnovabili nel 2050. Lo “Sblocca Italia” va in direzione contraria, e incoraggia le attività di estrazione, dal Veneto al Gargano. Venezia e Ravenna sono luoghi cruciali di queste scelte “antieuropee”. E antiitaliane. E antiravennati. Almeno questo ci pare chiaro, riflettendo su dati avuti dall’ingegner Preti. La subsidenza della nostra costa ha avuto la dinamica di abbassamento di un metro ogni mille anni. E di un metro negli ultimi sessanta anni. Non comprendiamo quindi l’indifferenza – o la sottovalutazione – del problema. Indifferenza, perché una precedente lettera di analogo contenuto dell’ottobre 2014 al Governo, che conteneva un allarme molto forte, come quella riformulata poi il 29 maggio scorso, non ha ricevuto nessuna risposta.
O meglio, la risposta è stata “Lo sblocca Italia”- velocemente trasformato da decreto in legge – che toglie poteri alle Regioni e ai Comuni. Non a caso numerose Regioni, ma non la nostra, stanno facendo ricorso di incostituzionalità alla Corte. Inoltre, abbiamo colto una sottovalutazione nella sbrigativa risposta del vicesindaco Mingozzi ai docenti dell’Università di Bologna.
Visto che “ le terre e i mari” di questa Repubblica ci riguardano, e che la lettera dei docenti di Bologna – non solo scienziati “in senso stretto”, fra le firme c’è anche quella dell’economista Stefano Zamagni, noto per le sue teorie di valorizzazione di quella che definisce “economia civile” – vorremmo prendere – su questi temi – la parola.
La lettera degli scienziati si conclude con l’auspicio di “un costruttivo dibattito sul problema energetico, sia in sede nazionale che regionale”, con l’augurio “ a voi tutti di un proficuo lavoro per il bene dell’Italia”.
La risposta del vicesindaco Mingozzi non è sulla stessa lunghezza d’onda. E’ una risposta che contiene una accusa agli scienziati: “Non siete informati”. Ci è sembrata una risposta impropria, di chiusura a futuri confronti.
Non ci lascia invece indifferenti lo spirito con cui è evocato “il bene dell’Italia” .
Da lungo tempo siamo impegnati per diffondere la conoscenza della Costituzione e per difenderla, la storia contemporanea ci impone inoltre di porci domande urgenti riguardo ad una garanzia di futuro per le prossime generazioni.
Ambiente, territorio, paesaggio sono beni italiani costituzionalmente garantiti (articolo 9). Ci stiamo rendendo sempre più conto che la Costituzione è erosa, da decenni, non solo con specifiche modifiche al testo della Costituzione, ma anche con leggi che la svuotano.
Perché la Costituzione non diventi un guscio vuoto, è auspicabile che la cittadinanza intera si occupi “del bene dell’Italia”. Non solo quindi chi abita a Lido di Dante, o gli operatori turistici, se i loro bagni affogano.
Chiediamo al Comune di Ravenna di mantenere aperto il confronto, in modo attento e rispettoso di chi avanza con rispetto pareri e obiezioni. Altrimenti, insieme ai bagni e alle coste, affoga anche la democrazia.
A tal proposito proponiamo un incontro a breve con il Vicesindaco Giannantonio Mingozzi e con l’Assessore Enrico Liverani. Facciamolo accompagnati – tutti gli interlocutori interessati – da esperti di propria fiducia, al fine di valutare con cura le conseguenze di medio-lungo periodo sul piano economico, sociale e ambientale delle possibili scelte strategiche. Lo spazio di incontro e di confronto è sempre possibile.

Il Comitato in Difesa della Costituzione di Ravenna, Il Comitato per la Legalità e la Democrazia, Libertà e Giustizia, circolo di Ravenna, Legambiente, Circolo Matelda di Ravenna

Ravenna, 27 giugno 2015

 

 

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