Un compromesso che non risolve

Un compromesso che non risolve.

Il compromesso raggiunto nel Pd sulle modifiche alla legge costituzionale Renzi-Boschi in discussione al Senato non da’ agli elettori il diritto di eleggere direttamente i loro rappresentanti e non risolve gli altri punti inaccettabili di questa manomissione della Costituzione che abbiamo sempre denunciato. Un’assemblea legislativa deve trarre la sua fonte di legittimità dalla sovranità popolare, che si esprime attraverso il voto.
In particolare il rinvio delle procedure di nomina ad una legge successiva lascia aperta la possibilita’ che tutti i consiglieri regionali-senatori siano eletti mediante liste bloccate nelle quali i cittadini elettori non possono scegliere.
Questo inaccettabile compromesso, inoltre, lascia irrisolti tutti gli altri nodi. In particolare la sottrazione alle Regioni di ogni possibilità di governo del territorio; la sostanziale attribuzione al Governo del controllo dell’agenda dei lavori della Camera dei Deputati, già mortificata e sottoposta alla supremazia dell’esecutivo in virtù della legge elettorale voluta dal governo Renzi che garantisce al partito vincitore un premio di maggioranza sproporzionato come e peggio che nel “porcellum”, l’eliminazione della garanzia della doppia lettura per le leggi che riguardano i diritti fondamentali dei cittadini; la sproporzione numerica fra senatori (100) ed i Deputati (630) che rende irrilevante il ruolo del Senato nell’elezione del Presidente della Repubblica.
Rimangono, pertanto le nostre ragioni di dissenso e permane l’esigenza di mantenere viva la mobilitazione per evitare che vengano portate a compimento scelte che stravolgono l’impianto della democrazia costituzionale, patrimonio della Resistenza, a danno di tutti i cittadini.

Domenico Gallo       Alfiero Grandi

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Contro lo stravolgimento della Costituzione davanti alla Prefettura di Ravenna in Piazza del Popolo alle ore 17.00

COMUNICATO STAMPA
Il Comitato in Difesa della Costituzione di Ravenna, il Comitato per la Legalità e la Democrazia Ravenna ed il circolo di Ravenna di Libertà e Giustizia
invitano la cittadinanza davanti alla Prefettura di Ravenna in Piazza del Popolo alle ore 17.00
Mercoledì 23 settembre 2015

La controriforma costituzionale è approdata nell’aula del Senato senza che fosse terminato l’esame in Commissione.  In vista della scadenza del termine per la presentazione degli emendamenti, sono iniziate delle grandi manovre per condizionare la libertà di voto dei senatori e le decisioni che deve assumere, in piena autonomia, il Presidente del Senato in ordine all’ammissibilità degli emendamenti volti a introdurre profonde modifiche del provvedimento in discussione.In questo contesto fanfare e rulli di tamburo annunciano la possibile intesa nel Partito democratico sulla base di un emendamento “chirurgico” all’art. 2 che suonerebbe così: “la durata del mandato dei senatori coincide con quella degli organi delle istituzioni territoriali dai quali sono stati eletti, su indicazione degli elettori in base alle leggi elettorali regionali”. Una simile intesa sarebbe una volgare truffa ai danni del popolo sovrano. L’emendamento non farebbe altro che ribadire il no all’elezione popolare diretta dei senatori, affidando al Consiglio regionale il potere di scegliere i rappresentanti in Senato, mentre al popolo sovrano sarebbe consentito solo di esprimere un parere. Rimarrebbero comunque in piedi tutti gli altri elementi che rendono inaccettabile questa riforma. E’ più che mai necessario ed urgente far sentire alta la nostra voce di dissenso e smascherare ogni tentativo di raggirare l’opinione pubblica. Per questo il Coordinamento per la Democrazia Costituzionale ha indetto un presidio di cittadini innanzi al Senato, Piazza cinque Lune, dalle h. 15 alle 20 di mercoledì 23 settembre. Invitiamo tutti a mobilitarsi e ad organizzare manifestazioni pubbliche (presidi, sit in, volantinaggi) ovunque possibile sul territorio e ad incrementare la raccolte delle firme su questa petizione:
https://www.change.org/p/senato-della-repubblica-sbloccare-la-democrazia-per-far-ripartire-l-italia


 

La controriforma costituzionale è approdata nell’aula del Senato senza che fosse terminato l’esame in Commissione.
In vista della scadenza del termine per la presentazione degli emendamenti, sono iniziate delle grandi manovre per condizionare la libertà di voto dei senatori e le decisioni che deve assumere, in piena autonomia, il Presidente del Senato in ordine all’ammissibilità degli emendamenti volti a introdurre profonde modifiche del provvedimento in discussione.In questo contesto fanfare e rulli di tamburo annunciano la possibile intesa nel Partito democratico sulla base di un emendamento “chirurgico” all’art. 2 che suonerebbe così: “la durata del mandato dei senatori coincide con quella degli organi delle istituzioni territoriali dai quali sono stati eletti, su indicazione degli elettori in base alle leggi elettorali regionali”.
Una simile intesa sarebbe una volgare truffa ai danni del popolo sovrano.
L’emendamento non farebbe altro che ribadire il no all’elezione popolare diretta dei senatori, affidando al Consiglio regionale il potere di scegliere i rappresentanti in Senato, mentre al popolo sovrano sarebbe consentito solo di esprimere un parere. Rimarrebbero comunque in piedi tutti gli altri elementi che rendono inaccettabile questa riforma.
E’ più che mai necessario ed urgente far sentire alta la nostra voce di dissenso e smascherare ogni tentativo di raggirare l’opinione pubblica.
Per questo il Coordinamento per la Democrazia Costituzionale ha indetto un presidio di cittadini innanzi al Senato, Piazza cinque Lune, dalle h. 15 alle 20 di mercoledì 23 settembre.
Invitiamo tutti a mobilitarsi e ad organizzare manifestazioni pubbliche (presidi, sit in, volantinaggi) ovunque possibile sul territorio e ad incrementare la raccolte delle firme su questa petizione:
https://www.change.org/p/senato-della-repubblica-sbloccare-la-democrazia-per-far-ripartire-l-italia
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LE REGIONI ACCOLGONO IL REFERENDUM NO TRIV

Comunicato Stampa

Un referendum in difesa dei mari italiani: tutte le Regioni accolgono la proposta No Triv

 

Questa mattina presso la Camera dei Deputati si è tenuta la Conferenza Stampa sull’appello No Triv sottoscritto da duecento associazioni e oltre cento personalità del mondo accademico, delle scienze e della cultura.

La lettera rivolta a tutti i Consigli Regionali chiede di restituire la parola al popolo sovrano per scongiurare definitivamente il pericolo di nuove trivellazioni in mare al di sotto del limite delle 12 miglia marine. Continue reading

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Sbloccare la Democrazia per far ripartire l’Italia

Sbloccare la Democrazia per far ripartire l’Italia

Una martellante campagna rilanciata dalla grande maggioranza degli strumenti di informazione vuole convincerci che per sbloccare l’Italia c’è bisogno delle “riforme” costituzionali e istituzionali propugnate dal governo Renzi.
In realtà lo stravolgimento della Costituzione e del sistema elettorale, come della pubblica amministrazione e della scuola, non tendono a sbloccare l’Italia, ma convergono verso un unico fine, quello di “bloccare” la democrazia, mettere le ganasce agli istituti repubblicani che garantiscono l’equilibrio dei poteri e la partecipazione dei cittadini alla determinazione della politica nazionale. E per questa via restaurare una nuova forma di governo oligarchico, svincolato dal rispetto dei beni pubblici che la Costituzione ha attribuito al popolo italiano.

La riforma elettorale, combinata con la controriforma costituzionale, che elimina il Senato come organo eletto dai cittadini e rappresentativo della sovranità popolare, che sottrae alle Regioni il governo del territorio, realizza un modello inedito di “premierato assoluto”, con un’inusitata concentrazione di potere nelle mani del Governo e del suo capo, attribuendo di fatto ad un unico partito —che potrebbe anche essere espressione di una ristretta minoranza di elettori— potere esecutivo e potere legislativo, condizionando, altresì, la nomina del Presidente della Repubblica, dei componenti della Corte Costituzionale e del Consiglio Superiore della Magistratura, organismi di garanzia fondamentali per la vita della democrazia come l’ha costruita la Costituzione nata dalla Resistenza.

La centralità del Parlamento, posta da madri e padri Costituenti a presidio delle libertà dei cittadini, viene rovesciata. La fiducia, dopo questo stravolgimento, in realtà non andrebbe più dal Parlamento al Governo, ma dal Capo del Governo (che di fatto nomina la maggioranza dei deputati) al Parlamento. Così il Senato diventerebbe un organo del tutto posticcio, senza una reale autonomia, mentre la Camera dei Deputati sarebbe soggetta, in forza di un enorme premio di maggioranza, all’egemonia di un partito unico, nel quadro di un drastico ridimensionamento della rappresentatività popolare.

È necessario fermare questo processo per sbloccare la democrazia, restituendo potere alle cittadine ed ai cittadini e riconducendo l’esercizio dei poteri nell’ambito della legalità repubblicana, che non prevede sedi parlamentari che non siano elette direttamente dal corpo elettorale, mentre è del tutto possibile differenziare i ruoli delle due camere, pur elette da cittadine e cittadini. Non si può consentire a un Parlamento, la cui composizione è stata giudicata illegittima dalla Corte Costituzionale perché non rispecchia la volontà espressa dagli elettori, di modificare, a colpi di una risicata maggioranza, le regole che garantiscono i diritti politici di tutti i cittadini.
Per questo è importante che la controriforma costituzionale venga ripensata  -se non profondamente modificata-   ora nel suo passaggio al Senato che si presenta decisivo; per di più la sua bocciatura renderebbe ingestibile il nuovo sistema elettorale, concepito per un sistema monocamerale, aprendo la strada ad un reale cambiamento.

Chiediamo a tutte le cittadine ed i cittadini che hanno a cuore la Costituzione e la democrazia di far sentire alta la loro voce di dissenso ai membri del Senato, in ogni città, in ogni collegio elettorale, chiedendo Continue reading

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Il perché del Senato elettivo – Alessandro Pace

Pubblicato su la Repubblica il 19.8.15 col titolo “Tutti i nodi del nuovo Senato”

Il perché del Senato elettivo

di Alessandro Pace

La risposta, in senso affermativo, al quesito se il Senato debba, o non, essere elettivo discende indirettamente da un principio, vecchio di secoli e secoli, secondo il quale i corpi politici che effettuano deliberazioni giuridicamente vincolanti per tutta la comunità “debbono” rinvenire la loro legittimazione nel voto popolare. Un principio che ha potuto realizzarsi appieno solo negli ordinamenti democratici.
Il perché dell’elettività del Senato – e della Camera – sta quindi non solo nella natura rappresentativa delle assemblee, ma soprattutto nel fatto che la loro rappresentatività è indispensabile per legittimare la funzione legislativa. Se il Senato e la Camera non esercitassero la funzione legislativa, il problema della loro elettività nemmeno si porrebbe. In tale ipotesi, la spiegazione del perché dell’elettività di Camera e Senato andrebbe trovata altrove. Continue reading

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LETTERA APERTA ad Alberto Bellini – Vicinanza e gratitudine

Abbiamo conosciuto Alberto Bellini quando, generosamente, ha accettato un confronto con Guido Guerrieri, assessore all’ambiente del Comune di Ravenna. Insieme aprirono, il 14 maggio scorso, il nostro ciclo “Sblocca Italia o Rottama Italia?”,  con un incontro dal titolo suggestivo “Viaggio al termine dei rifiuti”. Di questo infatti parlammo quella sera, di come trasformare i rifiuti in risparmio, in riciclo, in economia e in salute. Salute e salvaguardia dell’ambiente, nel segno della nostra Costituzione. Continue reading

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Il cuore e la palude – Sandra Bonsanti

OPINIONE
Uno splendido articolo di Sandra Bonsanti

Grande è la mia gratitudine per Sandra Bonsanti. Da giorni mi chiedevo come esprimere la  mia crescente preoccupazione, e indignazione. Per il linguaggio oscillante fra il retorico e l’irridente con cui vengono commentati passaggi inquietanti di questa estate così poco repubblicana, almeno nelle pratiche governative.
Bonsanti indica la strada, per quanto in salita, e lo fa con parole chiare e “mobilitanti” . Continueremo a opporci a chi continua sconsideratamente a “giocare” con la Costituzione. I casi sono due: o nella palude ci si inabissa, o dalla palude si esce.
Maria Paola Patuelli

Il cuore e la palude

di Sandra Bonsanti

A rotta di collo verso il passato. Ecco come siamo usciti dalla palude nella quale pensavamo di vivere il tempo del governo Renzi. La palude è altra cosa da quello che sta accadendo in questa torrida estate.
Nella laguna di Orbetello giacciono filari di spigole, dentici, orate, anguille, mossi appena da lievi correnti. Sono tutti morti i pesci  che guizzavano argentei al tramonto. Mancanza totale di ossigeno. Una cosa che non avevo mai visto in questa dimensione. Né la conoscevano i miei nonni e mio padre che da ragazzi nella laguna facevano il bagno. Ci vorranno molti anni, dicono i pescatori, prima che in queste acque possa tornare la vita.
La politica italiana non sta ferma, si muove verso soluzioni che alcuni avevano sostenuto nel passato, ma che ai più facevano orrore e insieme società civile e maggioranza parlamentare avevano bloccato.
Dunque, era stato solo un rinvio, non una cancellazione per sempre? Ricordo la felicità di Leopoldo Elia e di Oscar Luigi Scalfaro quando nel 2006 arrivarono i risultati del referendum contro la riforma della Costituzione di Calderoli e Berlusconi. “Ecco” dicevano entrambi “il popolo italiano per la prima volta si è espresso in un referendum a favore della nostra Carta. Che può essere aggiornata ma non stravolta. Da oggi nessuno potrà più provarci”. Io credevo a quello che mi dicevano ed ero tranquilla.
Fino a quando ho letto il diktat della J.P.Morgan e ho visto i testi della nuova costituzione preparati dalla Boschi e dai suoi consiglieri. Ora siamo al dunque, in questa legislatura costituente della quale nessuno ci aveva avvertito prima. Ho letto e riletto il testo integrale del discorso del presidente della Repubblica alla cerimonia del Ventaglio. E cerco di trovare sollievo in una parte delle cose che ha detto. Ad esempio quel suo insistere sulla necessità che sia rispettata “la partecipazione” oltre all’efficacia del sistema “e l’accrescimento del processo democratico…perché la democrazia deperisce quando non c’è partecipazione”.
Sfido chiunque a sostenere che Italicum e abolizione del Senato accrescano la partecipazione dei cittadini e la democrazia. Dubito che Sergio Mattarella Continue reading

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A proposito di trivellazioni e di politica Il confronto continua e si intensifica A Ravenna, a Bologna, a Termoli, a Roma

COMUNICATO  STAMPA

A proposito di trivellazioni e di politica Il confronto continua e si
intensifica A Ravenna, a Bologna, a Termoli, a Roma

Gli scienziati di Bologna che con la loro lettera al governo, alla Regione – senza risposta -  e al Comune di Ravenna – con risposta a nostro avviso inadeguata – ci avevano suggerito un primo confronto con il vicesindaco Mingozzi e l’assessore Liverani, avvenuto il 17 luglio  scorso, sono stati ricevuti, il 24 luglio, dall’assessora regionale Paola Gazzolo. Inoltre, con un  comunicato stampa del 23 luglio, Legambiente Emilia-Romagna chiede alla Regione  Emilia Romagna “una posizione chiara a favore dei territori”,  e un referendum abrogativo delle norme pro-trivelle.
A Termoli, sempre il 24 luglio, sei regioni si sono ritrovate per dire NO alle trivelle in  Adriatico. Marche, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria. Presenti presidenti di   Regione – come Michele Emiliano – e assessori all’ambiente. Assente la regione Emilia Romagna, l’unica Regione interessata al problema che sostiene le scelte del governo contenute nello “Sblocca Italia”, rinominato da chi dissente – non a caso – “Rottama Italia”, coerentemente con le valutazioni che anche gli scienziati hanno
proposto alla assessora Gazzolo.
Le sopracitate Regioni hanno dato vita a un coordinamento permanente per una azione  comune, e hanno auspicato che la Regione Emilia Romagna faccia parte del coordinamento, che avrà un primo confronto con il governo domani, 29 luglio.
Ci uniamo con forza allo stesso auspicio. Stare fuori dai luoghi del confronto non è politica.
Con soddisfazione rileviamo che, almeno nel caso di Ravenna e di Bologna, l’incontro è stato possibile e la risposta non è stata solo il silenzio.
Una rappresentanza del gruppo di 22 scienziati – docenti e ricercatori dell’Università di Bologna, del CNR, di ARPA, di ENEA – coordinati dal professor Vincenzo Balzani, ha consegnato a Paola Gazzolo un documento di estremo interesse – leggibile a partire dall’allegato comunicato stampa diramato dagli scienziati dopo l’incontro – documento sul quale intendiamo lavorare, per approfondire il tema e per informare la cittadinanza,
condizione indispensabile sia  per comprendere la complessità del tema “trivellazioni” in Adriatico, sia per alimentare una diffusa e urgente attenzione al tema da parte della cittadinanza. Costituzione in mano.
Ci ha favorevolmente colpito il metodo che gli scienziati propongono a chi governa,  ‘intreccio di scienza, cultura ed economia per affrontare la grave crisi economica, sociale e ambientale che tocca tutto il pianeta.
E’ necessaria – dicono gli scienziati – una rivoluzione culturale ed economica. Le strade per Continue reading

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Estrazioni in Adriatico: comune e associazioni condividono un percorso di confronto

E’ l’inizio di un percorso, dall’esito non scontato. Come sempre.
Le/i presenti dei nostri Comitati hanno valutato positivamente l’incontro, durato due ore, quindi non “formale”.
Non sarà una tranquilla passeggiata.
Proviamoci, soprattutto a dare “senso”, per quanto sta in noi, ai “doveri” di partecipazione a cui la Costituzione ci richiama.
Maria Paola Patuelli

Comunicato stampa del Comune di Ravenna, 16 luglio 2015
ESTRAZIONI IN ADRIATICO: COMUNE E ASSOCIAZIONI CONDIVIDONO UN PERCORSO DI CONFRONTO

Il vicesindaco Giannantonio Mingozzi e l’assessore ai Lavori pubblici, Mobilità, Protezione civile e Subsidenza Enrico Liverani hanno incontrato questa mattina una rappresentanza di Comitato in difesa della Costituzione, Libertà e Giustizia, circolo Matelda di Legambiente, gruppo di lavoro che si occupa del progetto “Sblocca o Rottama Italia?”, Comitato per la Legalità e la Democrazia. In particolare erano presenti per il primo soggetto Maria Paola Patuelli e Gigi Canestrari, per il secondo Marinella Isacco, per il terzo Claudio Mattarozzi e per il quarto Marina Mannucci.
L’incontro, sui temi delle conseguenze delle trivellazioni in Adriatico e delle attività legate all’offshore, è avvenuto a seguito della disponibilità espressa dal Comune ad accettare la richiesta rivolta da tali soggetti attraverso una lettera aperta. In essa ribadivano il loro sostegno a un documento sottoscritto da docenti universitari e membri della comunità scientifica che chiedeva di rivedere la posizione circa lo sfruttamento di idrocarburi nel mare Adriatico, richiesta criticata pubblicamente dallo stesso vicesindaco.
L’appuntamento di oggi si è concluso con la decisione condivisa di creare un tavolo di confronto permanente che si concretizzi nella realizzazione di iniziative, supportate da Continue reading

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Riflessioni, dopo la serata ravennate di Tomaso Montanari – di Maria Paola Patuelli

OPINIONE
Abbiamo una urgenza: imparare a dire che il re è nudo.
Per esempio: “Perché lo Sblocca Italia è una minaccia per la democrazia e per il nostro futuro”.
Riflessioni, dopo la serata ravennate di Tomaso Montanari

E’ questa, in grande sintesi, la lezione uscita dal recente percorso “Sblocca Italia o Rottama Italia?”, che movimenti di cittadinanza attiva – che da tempo agiscono a Ravenna – hanno proposto alla città.
Imparare a dire che il re è nudo.
Abbiamo avuto una bussola, il recente libro – opera collettiva coordinata da Tomaso Montanari, edito da Altreconomia – “Rottama Italia”, che studia contenuti e “filosofia” del decreto “Sblocca Italia”, velocemente convertito in legge. Abbiamo, bussola in mano, studiato il nesso fra “Sblocca Italia” e alcune ricadute assai preoccupanti già in essere nel territorio ravennate.
Queste le tracce seguite.
“Viaggio al termine dei rifiuti”, con una interessante comparazione fra Ravenna e Forlì- che sta elaborando una innovativa forma di gestione diretta della raccolta -  per quanto riguarda due diverse modalità di gestione dei rifiuti del due comuni romagnoli; “Le mani sulla città”,  e gli effetti dirompenti che da decenni ha nelle città l’urbanistica al servizio dei privati, con la partecipazione di Maria Pia Guermandi, una delle autrici di “Rottama Italia”( anche a Ravenna gli esempi negativi sono numerosi); e, per finire,  “Territorio, energia, trivellazioni”, una questione di vera e “storica” emergenza nel territorio ravennate.
In un quarto incontro abbiamo tirato le fila con Tomaso Montanari. Era previsto Continue reading

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