25 Aprile 2010

I Comitati in Difesa della Costituzione partecipano alla celebrazione del 25 aprile in piazza del Popolo alle ore 16.

Renderanno omaggio a Boldrini e Zaccagnini Padri Costituenti.

 

Saranno presenti con la Costituzione in mano, con il loro striscione e, in occasione della sua presenza alla celebrazione, è previsto un incontro con l’onorevole Luciano Violante, a cui sarà consegnato il documento steso per l’occasione, in cui si interpellano, quali “testimoni privilegiati”, coloro che, come Boldrini e Zaccagnini, la Costituzione l’hanno  scritta.

Invitano le cittadine e i cittadini di Ravenna e della Provincia ad unirsi a loro, con la Costituzione in mano.

Segue il documento che sarà distribuito per l’occasione.

 

Comitati in Difesa della Costituzione

 

della Provincia di Ravenna

Bagnacavallo Faenza Ravenna

 

 

25 aprile 2010

in piazza del Popolo

con Boldrini e Zaccagnini

con la Costituzione in mano

Oggi 25 aprile siamo in piazza,

con il nostro striscione e con la Costituzione in mano.

 

E intendiamo rivolgerci ai Padri Costituenti

Boldrini e Zaccagnini,

e a tutte le Madri e ai Padri Costituenti,

come a testimoni privilegiati.

Loro sapevano, perché l’hanno scritta, quali erano i fondamenti e le ragioni della Costituzione.

I fondamenti:

l’uguaglianza, l’universalità dei diritti,

la solidarietà, la pace.

 

Le ragioni:

uscire dal fascismo,

dall’ordine sociale basato sul privilegio.

Nodi irrisolti anche nell’Italia unita dopo l’epopea risorgimentale.

La Costituzione, un grande programma laico e repubblicano, solidaristico, di giustizia sociale, da costruire con impegno quotidiano indefesso e continuo, avrebbe dovuto essere un’opera immane, una nuova epopea, con partiti democratici al loro interno, trasparenti e onesti, rispettosi dell’autonomia della società civile, integerrimi, e con donne e uomini pienamente cittadini se partecipi e responsabili.

Chiediamo alle Madri e ai Padri Costituenti.

Che Repubblica è quella che

nega il cibo e i mezzi per esercitare il diritto allo studio ai bambini di famiglie in difficoltà?

Taglia i finanziamenti per la scuola pubblica, l’ Università, la ricerca, togliendo così speranza alle giovani generazioni?

Che Repubblica è quella che

fa leggi che creano criminalità, trasformando l’immigrazione in questione di ordine pubblico?

Criminalizza  gli ultimi,  riempie  le  carceri  e  le  svuota  con indulti che vanificano l’opera dei Magistrati ai quali non dà  i mezzi per compiere il loro lavoro, ma li indica come causa di tutti i mali?

Che Repubblica è quella che

consente, di fatto, l’immunità e poteri “assoluti” a chi governa?

Che Repubblica è quella che

elegge i suoi rappresentanti con una legge elettorale che toglie alle donne e agli uomini la possibilità di scegliere i propri rappresentanti?

Che Repubblica è quella che

dopo un impegno civile senza precedenti del popolo italiano che, nel 2006, ha vinto un Referendum che ha confermato la

propria piena fiducia a QUESTA COSITUZIONE, riapre il percorso delle Riforme Costituzionali come se

nulla fosse stato?

Oggi 25 aprile siamo in piazza,

con il nostro striscione e con la Costituzione in mano.

 

E intendiamo rivolgerci ai Padri Costituenti

Boldrini e Zaccagnini,

e a tutte le Madri e ai Padri Costituenti,

come a testimoni privilegiati.

Loro sapevano, perché l’hanno scritta, quali erano i fondamenti e le ragioni della Costituzione.

I fondamenti:

l’uguaglianza, l’universalità dei diritti,

la solidarietà, la pace.

 

Le ragioni:

uscire dal fascismo,

dall’ordine sociale basato sul privilegio.

Nodi irrisolti anche nell’Italia unita dopo l’epopea risorgimentale.

La Costituzione, un grande programma laico e repubblicano, solidaristico, di giustizia sociale, da costruire con impegno quotidiano indefesso e continuo, avrebbe dovuto essere un’opera immane, una nuova epopea, con partiti democratici al loro interno, trasparenti e onesti, rispettosi dell’autonomia della società civile, integerrimi, e con donne e uomini pienamente cittadini se partecipi e responsabili.

Chiediamo alle Madri e ai Padri Costituenti.

Che Repubblica è quella che

nega il cibo e i mezzi per esercitare il diritto allo studio ai bambini di famiglie in difficoltà?

Taglia i finanziamenti per la scuola pubblica, l’ Università, la ricerca, togliendo così speranza alle giovani generazioni?

Che Repubblica è quella che

fa leggi che creano criminalità, trasformando l’immigrazione in questione di ordine pubblico?

Criminalizza  gli ultimi,  riempie  le  carceri  e  le  svuota  con indulti che vanificano l’opera dei Magistrati ai quali non dà  i mezzi per compiere il loro lavoro, ma li indica come causa di tutti i mali?

Che Repubblica è quella che

consente, di fatto, l’immunità e poteri “assoluti” a chi governa?

Che Repubblica è quella che

elegge i suoi rappresentanti con una legge elettorale che toglie alle donne e agli uomini la possibilità di scegliere i propri rappresentanti?

Che Repubblica è quella che

dopo un impegno civile senza precedenti del popolo italiano che, nel 2006, ha vinto un Referendum che ha confermato la

propria piena fiducia a QUESTA COSITUZIONE, riapre il percorso delle Riforme Costituzionali come se

nulla fosse stato?

Madri e Padri Costituenti, diteci:

quali delle grandi questioni che oggi minano, non risolte, la Repubblica, non sarebbero risolvibili con l’attuale Costituzione?

La Costituzione può essere migliorata solo

da chi la ritiene Bibbia civile, frutto indiscutibile della Resistenza antifascista

e dopo avere risposto, mettendo mano prima di tutto ognuna/o di noi alla propria coscienza, ad alcune domande:

“Abbiamo fatto tutto quello che era in nostro potere per ATTUARE, in questi Sessanta anni di Repubblica, la Costituzione?

E’ l’Italia che deve adeguarsi alla Costituzione o è la Costituzione che deve essere piegata all’Italia di oggi, della illegalità, della disuguaglianza, dei poteri forti, della informazione asservita o autocensurata,

della Magistratura umiliata?”.

La Costituzione è patrimonio comune, non di pochi. E’ un bene da custodire, in un rapporto, da fare rivivere, fra cittadine e cittadini – la RES PUBLICA- e i propri rappresentanti, che dovranno compiere un duro e non facile lavoro per la ricostruzione della fiducia perduta.

Dopo, potremo insieme vedere, rappresentati e rappresentanti, come migliorare la

NOSTRA COSTITUZIONE.

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