COMUNICATO STAMPA :Il nostro 2 giugno un promemoria civile

Il 150° e l’attività con le scuole

Quest’anno la festa della Repubblica, il 2 giugno,  intendiamo onorarla con un promemoria civile che sia omaggio al 150° dell’Unità e conferma quotidiana che alla Costituzione della Repubblica si è fedeli se ogni giorno si agisce per radicarla nella coscienza civile del paese.

Crediamo di essere stati coerenti con questo spirito nell’avere promosso, con l’Istituto Storico della Resistenza e dell’età contemporanea e l’Associazione Mazziniana di Ravenna il ciclo Idee di Res Publica, con la preziosa collaborazione della Federazione delle Cooperative, della Provincia di Ravenna, della Camera di Commercio e della Fondazione Biblioteca e Archivio Piero Calamandrei di Montepulciano.

Il percorso ha avuto inizio il 7 maggio alla Fattoria Guiccioli, Casa di Anita, con la splendida lezione di Mario Isnenghi Il Risorgimento italiano: miti, valori e attualità. Isnenghi che è stato tra i primi, in Italia, a sottolineare l’importanza dei luoghi della memoria. ha raccomandato che tutti i 150 anni di storia dell’Italia unita siano raccontati; che il rispetto del passato non è “passatismo”; che il Risorgimento è stata una rivoluzione politica e non economico-sociale, ma che, nonostante questo, c’è stato anche il popolo, nel Risorgimento; che ai giovani è necessario ricordare che siamo noi i responsabili del farsi del futuro.

E che la Costituzione è una “quarta linea da cui non arretrare”.

Di grande interesse i filmati La lunga calza verde, di Cesare Zavattini (1961), e Anita Garibaldi, di Mario Caserini (1010), introdotti da Giuseppe Masetti.

E’ seguito, lunedì 16 maggio, l’importante percorso attraverso due secoli compiuto da Marco Severini, introdotto da Sauto Mattarelli, Idee di Respublica dall’Unità al 2000, a conferma che la democrazia repubblicana esiste nella storia d’Italia prima del 1946. La Repubblica romana del 1849 di Mazzini, mancata perché sconfitta, ebbe una capacità educatrice  di lungo periodo, con l’idea della assemblea Costituente che raccolse una vittoria postuma nel 1946,  Costituente legittima erede di una grande idea democratica dell’Ottocento. Una sconfitta, quella del 1849, che però educò tre generazioni di italiani. La Repubblica nata nel 1946 ebbe legittimità antifascista, ma un vizio di fondo, la mancanza di “competizione”, di possibile “concorrenza” politica. Fino alla Repubblica di oggi “alterata” dal suo allontanarsi dal dettato costituzionale:decretazione abnorme, leggi delega, maxiemendamenti, leggi troppo spesso anticostituzionali, anche quella elettorale. In futuro?

Lunedì 23 maggio Nicola Tranfaglia, introdotto da Alessandro Luparini, ha collegato la straordinaria vicenda umana e politica di Carlo Rosselli, affrontati nella ultima edizione della biografia di Carlo Rosselli pubblicata da Tranfaglia nel 2010, con nodi irrisolti della storia italiana, in una densa lezione Carlo Rosselli e l’azionismo “incompiuto”.  Perché il sogno di Carlo Rosselli, di una democrazia sociale moderna, è in Italia ancora incompiuto? Carlo Rosselli è stata una delle figure più alte del nostro Novecento, sia per il suo pensiero economico, che ebbe intuizioni importanti già negli anni venti, che per il suo pensiero politico. Rosselli fu un “eretico”, come Gobetti, per la sua intransigenza e trasparenza di fronte al trasformismo che attraversa tutta la storia italiana, da Crispi ai nostri giorni, per il suo pensiero democratico che si aprì al socialismo e al pensiero liberale. I tratti salienti del pensiero di Rosselli sono confluiti negli ideali di Giustizia e Libertà e nei programmi del Partito d’Azione: federalismo, libera Chiesa in libero Stato,democrazia nei partiti e non solo dei partiti, alleanza ampia di tutte le forze popolari. Un “azionismo incompiuto”, appunto,

Il ciclo si è concluso con una serata che consideriamo memorabile. Da ricordare, cioè. Giovedì 26 maggio si è svolto il dialogo fra Gherardo Colombo e Gustavo Gozzi A 150 anni dall’Unità. A che punto è la Nazione?. Colombo ritiene che ci sia ancora poca consapevolezza, nel popolo italiano, dell’essere parte della stessa comunità, che vi siano questioni, la questione romana e la questione meridionale, ancora sospese. La Costituzione del 1946 ha inteso eliminare ogni discriminazione. L’articolo 3 afferma “la pari dignità sociale”, ma in Italia   resiste molto “il prima”. E una parte ampia di popolo italiano non si riconosce nella Costituzione. O, meglio, non la conosce. Gozzi sottolinea che la Costituzione non coincide con la realtà della odierna cittadinanza . In Italia persiste la concezione di Nazione ottocentesca, quando lo Stato nazionale non riconosce ma concede diritti. Oggi allo Stato Nazionale va sostituito la Stato Costituzionale, fondato non sulla Nazione (razza, sangue, nascita, lingua, cultura, religione) ma sulla Costituzione che è al di sopra della legge, unico argine a qualunque maggioranza. Oggi la Nazione è polietnica, mentre la attuale legge sulla cittadinanza  e il pacchetto sicurezza, per esempio, si basano sugli stessi principi dell’Ottocento dello ius sanguinis. Ne discende l’enorme importanza della formazione, dello studio, per contrastare il crescente neoanalfabetismo che rende difficile per gli italiani, che leggono poco, di sviluppare la capacità critica necessaria per comprendere la complessità del quadro storico contemporaneo.

Non è un caso, infatti, che molta parte del lavoro svolto dal Comitato in difesa della Costituzione di Ravenna, in collaborazione con il Comitato per la Legalità e la Democrazia, l’Istituzione Istruzione e Infanzia del Comune di Ravenna, la Casa delle Culture e la Rete Civile contro il Razzismo e la Xenofobia,  è stato dedicato alle scuole.

Un esempio significativo di “alfabetizzazione” Costituzionale. In tutte le seconde classi dell’ITI di Ravenna è stato chiesto l’intervento del nostro Comitato per approfondire aspetti della Costituzione e riascoltare e commentare il Discorso ai Giovani sulla Costituzione (1955) di Piero Calamandrei.

Il 9 maggio scorso circa 200 allieve/i del Liceo Classico, del Liceo Scientifico, del Liceo Artistico, del Ginanni hanno condotto un dialogo con Maurizio Viroli a partire dallo studio di un lavoro recente di Viroli, L’Italia dei Doveri. Più di due ore intense, di grande impegno e attenzione reciproca. Non volava una mosca.

Un dialogo che abbiamo dedicato al 150°.

Anche l’incontro di Gherardo Colombo con circa 300 ragazze e ragazzi, il 27 maggio, lo abbiamo dedicato al 150°, a partire da un lavoro fatto in molte scuole elementari e secondarie di primo grado, con la lettura di Sei Stato tu? La Costituzione attraverso le domande dei bambini, scritto da Gherardo Colombo con Anna Sarfatti. Anche in questo caso, un dialogo fitto e senza interruzione, per due ore.

La conclusione di questa prima parte dell’anno dedicata alle scuole si avrà venerdì 3 giugno con la conclusione, in un grande incontro “plenario”, del progetto Chi è straniero?, a cui  il Comitato in Difesa della Costituzione collabora, che sarà la prima delle iniziative del ricco Festival delle Culture. Sarà, anche in questo caso, un incontro di dialogo fra i rappresentanti di numerose classi, 32, di tutte le scuole superiori di Ravenna, alcuni testimoni significativi  e, di nuovo, il professor Gustavo Gozzi.

Questa sarà la nostra festa del 2 giugno, la festa della Repubblica.

E’ con azioni civili continue che la Repubblica potrà continuare a fondarsi sulla Costituzione.

Il Comitato in Difesa della Costituzione di Ravenna

Mercoledì, 1 giugno 2011

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