Governare con questa Costituzione è un inferno. Per chi?

COMUNICATO STAMPA

Governare con questa Costituzione è un inferno.

Per chi?

Per chi è un inferno?

E’ un inferno per l’attuale presidente del Consiglio, che nulla sa del significato della attuale Costituzione. Non sa che è il frutto di centinaia di anni di prove e di errori, di idee uscite dall’umano cimentarsi con la durezza della storia, con passi in avanti compiuti dopo rivoluzioni, guerre civili, guerre mondiali.

E’ un inferno per l’attuale presidente del Consiglio, che non sa che le Costituzioni sono il fondamento delle civili convivenze, che sono civili solo se i poteri sono separati e bilanciati, perché la storia ha fin qui dimostrato che un solo potere è fonte di arbitrio e di privilegio, a vantaggio dei più forti. Oppure lo sa, ma è proprio questo che non vuole.

E’ un inferno per l’attuale presidente del Consiglio, che ha concepito, in ormai due interminabili decenni, leggi anticostituzionali che, più di una volta, hanno sottratto il nostro paese alla legalità costituzionale, aggredendo la magistratura e il ruolo super partes del Presidente della Repubblica, la libertà di stampa e di informazione. E questi sono pilastri, senza i quali la libertà e la democrazia sono vuoti simulacri.

E’ un inferno per chi subisce la centralità del Parlamento, e vorrebbe sostituirla con la sua centralità.

Non a caso, in attesa dello stravolgimento definitivo anche della lettera, oltre che dello spirito, già ampiamente sfigurato, della Costituzione,  l’attuale presidente del Consiglio ha concepito una legge elettorale, il cosiddetto porcellum, peggiore della legge Acerbo, che aprì le porte, allora, alla dittatura. E il Parlamento  è stato riempito di una smisurata maggioranza fatta di  obbedienti, scelti dai capi e non da cittadine/i partecipi e informati.

Questo è l’inferno che l’Italia sta attraversando.

Chi, strada facendo, ha contrastato tutto questo? La magistratura, qualche voce della libera stampa e informazione, i Presidenti della Repubblica, una opposizione civile permanente, che chiede alle forze politiche di opposizione di non aprire, con chi considera la nostra Costituzione viatico per l’inferno, dialoghi costituzionali. Le migliori Costituzioni sono state concepite da comunità pacificate, dopo le tempeste o le tragedie.

L’Italia, dalla tempesta, deve ancora uscire. E questa è la priorità.

Comitato in Difesa della Costituzione di Ravenna

Ravenna, 10 giugno 2010

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