L’INFORMAZIONE E’ UN BENE PUBBLICO

Perché si insiste per imporre emendamenti palesemente illegittimi sui talk show? C’è fra gli altri un motivo evidente.
Una TV pubblica in cui per tutta la campagna elettorale risulterebbe preponderante un ruolo di TG nei quali, basta guardare le rilevazioni, la presenza della maggioranza di governo è del tutto preponderante.
Nella rilevazione del mese di febbraio dell’Autorità per le Comunicazioni relative ai tempo di antenna dei soggetti politici istituzionali nei TG RAI di tutte le edizioni si rileva che:
Il Presidente del Consiglio occupa il 21% degli spazi, il Governo il 20,51, Popolo della Libertà e Lega Nord rispettivamente l’11,59% e il 3,71%, per un totale del 56,81% degli spazi.
Se si toglie il tempo dei soggetti istituzionali (Presidente della Repubblica, Presidenti delle Camere ed Unione Europea a cui va complessivamente il 13,44% degli spazi) a tutti gli altri soggetti politici resta meno del 30%.
Ecco la ragione di provvedimenti spacciati come par condicio durante la campagna elettorale, ma da cui si vuole solo lucrare ulteriore vantaggio e che niente hanno a che vedere con libera e corretta informazione ai cittadini.
Oltre al collaterale ma importante effetto su una RAI già in crisi che perderebbe ulteriori incassi e accentuerebbe la disaffezione dei suoi ascoltatori, cogliendo così anche l’obiettivo di colpire il servizio pubblico.
Se le norme non saranno ritirate o dichiarate inammissibili è giusto fin d’ora programmare, come organizzò la FNSI la volta precedente, una grande manifestazione di fronte a via Teulada.

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