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Siamo d’accordo con Sauro Mattarelli.
In un paese dove l’unità nazionale avrebbe bisogno, ogni giorno, di essere rinsaldata con politiche coerenti, la richiesta della Marcegaglia di festeggiare il giorno dell’Unità, il 17 marzo, “lavorando”, senza farne, quindi, una festa nazionale, segnala la profondità del dramma che questo paese vive.
Un vuoto di cultura, di memoria, di coscienza civile.
Un vuoto di chi?
Non di tutta la comunità nazionale.
Chi è impegnato nella coerente applicazione della Costituzione, che contiene in sintesi esemplare i valori del Risorgimento, dell’antifascismo, della Resistenza, dei principi a cui si è ispirata la costruzione della Repubblica, vuole che il 17 marzo sia festa nazionale.
Abbiamo il compito non facile, perché per troppo tempo disatteso, di fare capire ai giovani il significato dell’Unità.
Il Centocinquantesimo deve esser occasione per invertire la rotta, con urgenza, nei modi e nelle forme che ogni comunità riuscirà a darsi, durante e dopo i festeggiamenti del 17 marzo.
Il Comitato in Difesa della Costituzione di Ravenna
8 febbraio 2011