Coordinamento per la Democrazia Costituzionale – Documento del 15 giugno 2015

Pubblichiamo qui di seguito il documento conclusivo, approvato all’unanimità lo scorso 15 giugno dalla assemblea del Coordinamento per la Democrazia costituzionale, svoltasi a Roma presso la sede di Cgil Roma-Lazio di Via Buonarroti. È stata una assemblea molto partecipata e costruttiva, che ha visto la presenza attiva di molte associazioni, comitati – come la Rete per la Costituzione e il Comitato in Difesa della Costituzione di Ravenna, che del Coordinamento fanno parte – movimenti, singole e singoli. Ci aspetta – come si può evincere dal documento che pubblichiamo integralmente –  un duro e lungo lavoro di informazione e organizzazione fin dalla prima azione che a breve potrà partire, la raccolta di firme di cittadine e cittadini ricorrenti “per sollevare da subito la questione della non costituzionalità della legge e per ottenere in questo modo un rinvio della legge alla Corte Costituzionale, in analogia con quanto avvenuto con il Porcellum”.
Teniamoci quindi in contatto.
Paola Patuelli

L’approvazione, il 4 maggio scorso, della legge elettorale con la forzatura inaccettabile della richiesta del voto di fiducia da parte del Governo, ha troncato ogni possibilità di confronto e di modifica del provvedimento, ma non ha chiuso il discorso istituzionale, sia perché il nuovo sistema elettorale entrerà in vigore solo il 1° luglio 2016, lasciando uno spazio temporale per successivi ripensamenti, sia perché esso presume l’abrogazione del Senato come Camera elettiva, sebbene la relativa riforma costituzionale non sia ancora conclusa e potrebbe essere cancellata dal referendum confermativo.
Il Coordinamento ritiene che l’obiettivo prioritario sia quello di evitare che la nuova legge elettorale (Italicum) trovi concreta applicazione, tanto più che, se venisse approvata anche la modifica della Costituzione, la Camera sarebbe l’unica a dare la fiducia.
Una Camera dei deputati composta in base alla nuova legge elettorale, con la maggioranza – grazie ad un forte premio – assegnata a un solo partito e per di più, nel caso di ballottaggio, indipendentemente dal consenso ottenuto al primo turno, costituirebbe un passo preoccupante verso un regime autoritario. Il premio di maggioranza per il vincitore non solo è enorme al primo turno (del resto molti partiti oggi non arrivano al differenziale rappresentato dal premio di maggioranza per chi raggiungesse il 40% dei voti), ma potrebbe diventare enormemente sproporzionato nel caso di ricorso al ballottaggio, a cui si accede senza soglia di accesso e senza neppure la possibilità di apparentamento al secondo turno.
Il Coordinamento pertanto ha sottolineato il dovere di utilizzare tutti gli strumenti disponibili per opporsi a questa legge prima della sua entrata in vigore, senza nascondersi che questo obiettivo presenta evidenti difficoltà.
Gli strumenti che il Coordinamento ha identificato per neutralizzare questa pessima e inaccettabile legge elettorale sono due e ritiene necessario provare a percorrerli entrambi: – il primo è intraprendere iniziative giudiziarie in ogni distretto di Corte d’appello per sollevare da subito la questione della non costituzionalità della legge e per ottenere in questo modo un rinvio della legge alla Corte Costituzionale, in analogia con quanto avvenuto con il Porcellum, che è stata oggetto di censura in passaggi fondamentali – in gran parte gli stessi che ritroviamo in questa legge -  da parte della Consulta con la sentenza n.1/2014;
- il secondo è il ricorso a referendum abrogativi, che abbiano ad oggetto l’annullamento degli aspetti più incostituzionali, tenendo conto della sentenza della Corte Costituzionale sul Porcellum;
Sul primo strumento, tramite l’impegno dell’Avvocato Besostri, che coordinerà il team di legali impegnati nel ricorso all’Autorità Giudiziaria, si presenta la necessità di promuovere una iniziativa politica unitaria a tutti i livelli, locale e nazionale, sostenuta da Associazioni, cittadini, esponenti politici che accompagni tutto l’iter dei ricorsi. L’orientamento è di concentrare i ricorsi sugli aspetti politicamente più rilevanti: premio di maggioranza e ballottaggio, capilista bloccati e pluralità delle candidature, ferma restando la possibilità di sollevare ulteriori questioni, a giudizio di ciascun ricorrente.
Sullo strumento dei referendum abrogativi il Coordinamento preso atto del rischio di non ammissibilità di un quesito tendente a abrogare completamente la legge, ha deciso di promuovere distinti quesiti referendari, definiti dai costituzionalisti Gianni Ferrara e Massimo Villone, articolati su due punti fondamentali:
-         Eliminazione dei capilista bloccati e delle multicandidature (quesito tendente a restituire agli elettori il diritto di scegliere i propri rappresentanti)
-          Eliminazione del premio di maggioranza e del ballottaggio (quesito tendente ad ristabilire l’eguaglianza del voto e la rappresentatività degli eletti)
Il Coordinamento è composto da associazioni e giuristi ed è consapevole di non avere forze economiche e organizzative sufficienti per agire da solo. Per promuovere i referendum e ancora di più per la successiva campagna elettorale è indispensabile un impegno forte da parte di diversi soggetti, con un protagonismo importante politico e sociale, senza il timore di coinvolgere insieme soggettività assai lontane fra loro.
Inoltre il Coordinamento, tanto più dopo la crescita esponenziale dell’astensionismo nelle elezioni regionali, sottolinea l’enorme difficoltà di convincere alla partecipazione al voto i cittadini. Per questo occorre costruire un fronte ampio, consapevole e motivato sugli obiettivi referendari che solo convincendo i cittadini-elettori dell’importanza della loro partecipazione al voto ha speranza di risultati positivi.
Per questo il Coordinamento ritiene importante verificare la possibilità che i referendum elettorali siano agiti in associazione con le eventuali proposte di referendum che riguarderanno la scuola (riforma Renzi/Giannini), l’ambiente (Sblocca Italia) ed il lavoro (job’s act), in modo da realizzare una sinergia virtuosa fra questioni istituzionali e questioni sociali, idonea a favorire una vasta partecipazione popolare. Naturalmente i referendum debbono essere proposti e agiti dai soggetti che sono protagonisti delle lotte in corso, non vogliamo certo sostituirci ad essi, basta pensare alla scuola, e quindi la nostra è condivisione e impegno alla sinergia.
Il Coordinamento ritiene che l’impegno sulla legge elettorale vada visto insieme alle modifiche della Costituzione che il Senato esaminerà tra qualche giorno e sulle quali la valutazione è altrettanto negativa. Se le modifiche della Costituzione all’esame del Senato dovessero venire approvate, come il Governo conferma di volere, si svolgerebbe un referendum confermativo nella primavera 2016 ed è proprio in parallelo a quella campagna che potrebbe esserci la raccolta delle firme sui referendum abrogativi dei punti essenziali della legge elettorale, nonché sugli altri referendum sociali.
Il Coordinamento chiede un pronunciamento su queste proposte e un impegno in questa direzione a tutti i cittadini, alle associazioni, ai rappresentanti politici, alle associazioni, ai partiti che concordano sugli obiettivi.
Inoltre, la importanza degli obbiettivi proposti e le oggettive difficoltà ad essi collegate richiedono di allargare la azione di informazione e partecipazione, partendo dalla costituzione, nel maggior numero di territori possibile, dei Coordinamenti locali i quali, mantenendo un rapporto con il Coordinamento nazionale, possano promuovere nuovi rapporti con Associazioni, Forze politiche e sociali, cittadini, consentendo alla nostra iniziativa di far lievitare la comprensione e l’impegno per la battaglia referendaria. Cruciale è anche la raccolta e lo scambio dei contatti con coloro che si avvicinano alle nostre campagne, al fine di costruire una rete di indirizzi che consenta una rapida trasmissione delle informazioni (documentazione e iniziative), cosa decisiva anche in funzione dei ridotti mezzi organizzativi ed economici.
Roma, 15/6/2015
Domenico Gallo                                                 Alfiero Grandi

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