Comunicato stampa Libertà e Giustizia: Mettere in sicurezza la Costituzione, dare voce alle opposizioni

Comunicato stampa

Mettere in sicurezza la Costituzione, dare voce alle opposizioni

18 ottobre 2013

-Oscar_Luigi_Scalfaro_La prossima settimana si terrà in Senato, in seconda lettura, la votazione finale sul ddl Costituzionale “Istituzione del Comitato parlamentare per le riforme costituzionali ed elettorali”, quello che in sostanza smantella l’articolo 138 della Costituzione.

Dopo l’appello inascoltato dei giorni scorsi dei 5 promotori della manifestazione “La via maestra”, (un numero limitato di senatori della maggioranza non partecipi al voto in Aula per consentire ai cittadini il referendum) anche il presidente dell’Anpi Carlo Smuraglia interviene con la stessa richiesta “Confido che i senatori, consapevoli della loro funzione e della loro responsabilità, si prendano il tempo necessario per riflettere e discutere e facciano in modo che, in ogni caso, sul disegno di legge sia poi possibile dare la parola ai cittadini, col referendum”.

Libertà e Giustizia propone la rilettura attenta del testo del disegno di legge costituzionale con cui Oscar Luigi Scalfaro nel giugno del 2008 chiese “la messa in sicurezza” della Costituzione, attraverso un rafforzamento dell’articolo 138, ritenendo che l’impianto fondamentale non potesse essere manomesso da una maggioranza provvisoria.

Scalfaro proponeva, in primo luogo, che le leggi di revisione costituzionale, oltre che adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo di non meno di 3 mesi, dovessero essere approvate a maggioranza di due terzi dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione e che non si facesse luogo a referendum solo se la legge fosse approvata in seconda votazione da ciascuna delle Camere a maggioranza di quattro quinti dei suoi componenti.

Tutta la preoccupazione di Scalfaro era rivolta a rafforzare ancora di più l’attuale procedura di modifica costituzionale, mentre il governo delle larghe intese la sta aggirando.

“L’erosione della stabilità costituzionale, – si legge nel disegno di legge di Scalfaro – registrata in Italia negli ultimi anni, rappresenta uno degli elementi del clima generale di insicurezza e di smarrimento che prevale nel Paese e uno dei fattori della sua crisi. Recuperare il valore della stabilità costituzionale (della certezza delle regole, delle libertà e dei diritti) e ristabilire il principio della supremazia e della rigidità della Costituzione appare oggi un’esigenza nazionale, uno dei pochi grandi obiettivi che dovrebbero essere condivisi da tutti, indipendentemente dalle collocazioni politiche”. “La Costituzione è infatti di tutti i cittadini e quindi non può essere nella disponibilità di una parte sola, ancorché pro tempore maggioritaria. E dovrebbe essere condiviso da tutti che porre in sicurezza la nostra Costituzione è un grande atto di pacificazione nazionale”.

Libertà e Giustizia chiede infine ai senatori Anna Finocchiaro, Silvana Amati, Felice Casson, Vannino Chiti, Marco Filippi, Carlo Pegorer, Ileana Pignedoli, Luigi Zanda e Sergio Zavoli che firmarono e presentarono insieme al Presidente Scalfaro la proposta di legge e che sono ancora in Senato, che cosa è cambiato da allora.

Il disegno di legge firmato da Scalfaro e da tanti di quelli che hanno dichiarato di votare oggi per lo smantellamento del 138, parlava dell’esigenza che le riforme costituzionali fossero frutto di “larghe intese fra maggioranza e opposizione”. Oggi invece le larghe intese riguardano soltanto i due partiti di maggioranza.
Da allora è cambiato che l’opposizione parla nelle affollate piazze dei cittadini e nelle deserte aule parlamentari, senza essere ascoltata.

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