per documentarsi: Mozione della maggioranza su Riforme costituzionali Senato Atto n. 1-00047

Pubblicato il 28 maggio 2013, nella seduta n. 29
firmatari della mozione: ZANDA , SCHIFANI , SUSTA , FERRARA Mario , ZELLER , FINOCCHIARO , BRUNO , MARTINI , ESPOSITO Giuseppe

Il Senato,

premesso che:

il tema delle riforme istituzionali, che accompagna il dibattito politico italiano dalla fine degli anni ’70, si intreccia oggi con le esigenze di rilancio della crescita economica e di rafforzamento della coesione sociale, ponendosi con esse al centro dell’attenzione del Parlamento e del programma di Governo;

l’ammodernamento delle istituzioni repubblicane è condizione essenziale per favorire la stabilità del sistema politico e rendere più efficienti i circuiti decisionali di un sistema di governo multilivello tra Unione europea, Stato e autonomie territoriali assai più complesso e articolato che nel passato, elevando, per questa via, la qualità della vita democratica, la partecipazione dei cittadini e la trasparenza delle istituzioni;

per avviare una stagione di riforme costituzionali di ampio respiro, occorre definire un metodo che consenta di affrontare, secondo un disegno coerente, le principali questioni sinora irrisolte, da ultimo richiamate nel discorso programmatico tenuto dal Presidente del Consiglio dei ministri innanzi alle Camere, concernenti la forma di Stato, la forma di Governo, il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari e la riforma del sistema elettorale, la quale, naturalmente, non potrà che essere coerente e contestuale con il complessivo processo di riforma costituzionale. Qualora si realizzino le condizioni che rendono urgente un intervento in materia, occorrerà che lo stesso sia ampiamente condiviso;

rilevata, pertanto, la necessità di definire tempestivamente, attraverso l’approvazione di un’apposita legge costituzionale, una procedura straordinaria di revisione costituzionale che permetta di avviare un lavoro comune dei due rami del Parlamento, di programmare una tempistica certa e in linea con le attese del Paese dell’esame dei progetti di legge di revisione della Parte seconda della Costituzione, di assicurare un più largo consenso parlamentare in sede di approvazione degli stessi e di potenziare il controllo dei cittadini sul risultato finale del processo riformatore; una procedura, dunque, idonea a valorizzare il ruolo del Parlamento e ad assicurare la partecipazione diretta dei cittadini;

preso atto dell’intendimento del Governo di avvalersi di una commissione di esperti per l’approfondimento delle diverse ipotesi di revisione costituzionale e dei connessi profili inerenti al sistema elettorale e di estendere il dibattito sulle riforme alle diverse componenti della società civile, anche attraverso il ricorso a una procedura di consultazione pubblica;

valutato con favore il lavoro che stanno portando avanti i competenti organi delle Camere, al fine di pervenire in tempi rapidi all’approvazione di una riforma dei regolamenti parlamentari idonea a dare una prima efficace risposta alla domanda di modernizzazione delle nostre istituzioni, nella prospettiva di una piena valorizzazione del Parlamento, di un efficace controllo sull’operato del Governo e di un più stretto raccordo con le istanze della società civile, anche al fine di elevare la qualità della produzione legislativa. In particolare, occorrerà superare l’eccessivo ricorso alla decretazione d’urgenza e a votazioni di fiducia su maxi emendamenti, salvaguardando al contempo le prerogative del Governo, cui deve essere riconosciuta la facoltà di attivare procedure che, senza comprimere il ruolo delle Camere, garantiscano tempi certi per l’approvazione dei disegni di legge di attuazione del suo programma, nonché a rafforzare i diritti dei Gruppi d’opposizione e lo statuto regolamentare delle iniziative legislative popolari;

richiamate le considerazioni espresse dal Presidente della Repubblica nel suo messaggio al Parlamento, formulato nel giorno del suo giuramento, circa la necessità di non “sottrarsi al dovere della proposta, alla ricerca della soluzione praticabile, alla decisione netta e tempestiva per le riforme di cui hanno bisogno improrogabile per sopravvivere e progredire la democrazia e la società italiana”,

impegna il Governo a presentare alle Camere, entro il mese di giugno 2013, un disegno di legge costituzionale, che in coerenza con le finalità e gli obiettivi indicati nelle premesse, preveda, per l’approvazione della riforma costituzionale, una procedura straordinaria rispetto a quella di cui all’articolo 138 della Costituzione, che tenda a agevolare il processo di riforma, favorendo un’ampia convergenza politica in Parlamento. Il disegno di legge dovrà, altresì, prevedere adeguati meccanismi per un lavoro comune delle due Camere. In particolare, occorrerà prevedere:

a) l’istituzione di un comitato, composto da 20 senatori e 20 deputati, nominati dai rispettivi Presidenti delle Camere, su designazione dei Gruppi parlamentari, tra i componenti delle Commissioni Affari Costituzionali, rispettivamente, del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati, in modo da garantire la presenza di ciascun Gruppo parlamentare e di rispecchiare complessivamente la proporzione tra i Gruppi, tenendo conto della loro rappresentanza parlamentare e dei voti conseguiti alle elezioni politiche e presieduto congiuntamente dai Presidenti delle stesse Commissioni, cui conferire poteri referenti per l’esame dei progetti di legge di revisione costituzionale dei Titoli I, II, III e V della Parte seconda della Costituzione, afferenti alla forma di Stato, alla forma di Governo e all’assetto bicamerale del Parlamento, nonché, coerentemente con le disposizioni costituzionali, di riforma dei sistemi elettorali;

b) l’esame dei progetti di legge approvati in sede referente dal comitato bicamerale alle Assemblee di Camera e Senato, secondo intese raggiunte fra i due Presidenti;

c) modalità di esame, in sede referente e presso le Assemblee, dei progetti di legge che, fermo restando il diritto di ciascun senatore e deputato, anche se non componente il comitato o componente del Governo, di presentare emendamenti, assicurino la certezza dei tempi del procedimento, con l’obiettivo di garantire che l’esame parlamentare sui disegni di legge di riforma si concluda entro 18 mesi dall’avvio;

d) fermi restando i quorum deliberativi di cui all’articolo 138 della Costituzione, la facoltà di richiedere comunque, ai sensi del medesimo articolo, la sottoposizione a referendum confermativo della legge ovvero delle leggi di revisione costituzionale approvate dal Parlamento.

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One Response to per documentarsi: Mozione della maggioranza su Riforme costituzionali Senato Atto n. 1-00047

  1. amessina says:

    Alcune osservazioni al volo:
    dalle 9,33 alle 18,04: sembrano 8 h e 31’ ma in realtà c’è stata una pausa di 53’ (seduta sospesa alle ore 14,39, è ripresa alle ore 15,32) ed hanno , nel pomeriggio, discusso anche: 1) Sui finanziamenti alla Fondazione veDrò; 2) Sulla scomparsa di Franca Rame; 3) Sul recente incontro dei Ministri degli affari esteri europei; 4) Sulla premiazione ad Amsterdam di due ricercatori italiani
    per un totale di circa 1 ora ,quindi, in realtà, comprendendovi anche il tempo delle votazioni, la discussione è stata complessivamente di circa 6 ore e mezza.
    a) Con sei ore e mezza di discussione la maggioranza, al Senato ha deciso di violare la Costituzione! E dicono che bisogna snellire i lavori del parlamento!
    b) si conferma una procedura straordinaria (in deroga al 138) per riformare la Costituzione
    c) si afferma che il sistema elettorale viene dopo la riforma costituzionale e che un eventuale intervento urgente sulla legge elettorale deve essere “ampiamente condiviso” (ho capito: ci lasciano il porcellum se non ci salva la “santa” Corte costituzionale)
    d) si conferma l’utilizzo da parte del governo di una commissione di esperti e di una consultazione pubblica (come dice Letta, on line?)
    e) si decide la costituzione di una Bicamerale (per scaramanzia definita ‘Comitato’) di 40 membri (20+20) che, clamoroso, dovrà:
    1) rappresentare tutti i gruppi parlamentari (costituiamone subito altri 2 o 3!)
    2) in modo proporzionale sia al numero dei parlamentari sia ai voti (si ammette l’incostituzionalità della legge elettorale e in sostanza si delegittima il parlamento!). Ma come faranno? è la quadratura del cerchio!
    3) ha poteri referenti (e questa è una nostra vittoria) ma si occuperà anche di legge elettorale (e questo è un assurdo perché si tratta di legge ordinaria, (a meno che non abbiano in animo di costituzionalizzarla: aiuto pensano forse ad un superPorcellum in Costituzione?)
    4) esame delle Camere in sede referente con possibilità di emendamenti da parte di tutti i deputati e rispettivamente i senatori (altra vittoria),
    5) possibilità di chiedere, in ogni caso, il referendum costituzionale (altra vittoria),
    6) su una o più leggi costituzionali di riforma. (e qui si mantiene un’ambiguità perché non si decide fin dall’inizio, data l’eterogeneità degli argomenti indicati, di proporre 1 referendum su ogni macro argomento)

    Fuori dalla discussione c’è una decisione scandalosa: il Pd ha accettato di subordinare la riforma elettorale alle riforme costituzionali, in sostanza se non andranno bene a Berlusconi si terranno il Porcellum
    Non ci resta che sperare nella Corte Costituzionale!
    Alessandro Messina

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